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Gli autori o i libri che più odiate

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Messaggio  Amarinta 01/02/08, 06:37 pm

Premesso che non mi va di criticare il lavoro di nessuno... però ci sono certi casi dove la bile sale alle stelle, la coscienza tira le fila, la razionalità perde la testa e la benevolenza tira le cuoia. vi è mai successo?
a me è capitato quelle rare volte in cui esce un libro "memoriale", tipo quello di Anna Maria Franzoni (sì, lo so) o quello annunciato della moglie di Mastella che vuole raccontare delle due settimane di arresti domiciliari (manco l'avessero mandata ad Alcatraz, eh)...
Fra gli autori che invece odio a prescidere (uno dei primi principi della psicologia: gli stereotipi aiutano la sopravvivenza neurale) ci sono:

- Federico Moccia: lui quarantenne con le sue storie di adolescenli, luoghi comuni che si sprecano, carta straccia a palate. e un film. non appesta solo la letteratura, ma anche il cinema. per me, Moccia è il male Mad
- Melissa P: avete presente quando una persona vi sta antipatica a pelle? Ecco, con lei è così.
- Isabella Santacroce: i suoi romanzi non mi dispiacciono, è il suo personaggio che proprio non sopporto. è una fotoscopiazzatura dei Siouxsie & The Banshees, cataloghi di vestiti dark, gli ultimi tre album di Marilyn Manson e una spruzzata della letteratura fetish degli ultimi dieci anni.

per ora mi vengono in mente solo questi, ma sicuramente ne ho tanti altri in mente...
e quali sono i vostri autori e libri da lista nera?
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Messaggio  virginia foderaro 01/02/08, 06:45 pm

Un commento veloce, visto che ora ho pochissimo tempo. Passavo ieri sera a Ponte Milvio (chi di voi non sa la storia dei lucchetti su Ponte Milvio dei due protagonisti del primo romanzo di Moccia?) e ho avuto un fremito di insofferenza nel notare che quel ponte si chiama fra gli adolescenti il ponte dei lucchetti. Per non parlare dei due venditori ambulanti che si sono organizzati con commerci di lucchetti e chiavistelli... Se questo si chiamasse talento io applaudirei. E invece non so che nome dargli. Ad ogni modo il fenomeno è inquietante. Ci sono tanti giovani che credono ancora nell'amore e forse non trovano altro modo per esprimerlo che quello di chiudere tanti lucchetti siglati con i loro nomi su un Ponte di Roma.
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Messaggio  Amarinta 01/02/08, 07:26 pm

A Napoli la gente mette gli striscioni sul lungomare e ce li lascia due o tre giorni, come messaggio di amore. personalmente lo trovo meglio dei lucchetti, anche se comunque è una roba esibizionista che odio.
il problema, Virginia, almeno secondo me, è che Moccia è uno scrittore. Moccia lo pubblicano. A me è già tanto se qualche casa editrice mi leggerà il libro (quello che hai letto tu); poi dicono che una si irrita.
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Messaggio  virginia foderaro 01/02/08, 10:26 pm

Daniela, ti rispondo anche se con un po' di ritardo. Ho dei tempi messicani in questi ultimi tempi afro
Io credo che la nostra epoca stia segnando una svolta. La crisi che ci vede coinvolti a livello mondiale riguarda tanti comparti delle nostre esistenze. Parole buttate qui così ma non vorrei essere né superficiale né banale. Direi che tiro una linea sulle tante considerazioni che mi verrebbero da mettere nero su bianco (non è questo forum la sede più adatta) e invece focalizzo l'attenzione solo su quanto sul serio mi fa rivoltare lo stomaco. Assistiamo giornalmente a degrado che si muove in ogni direzione. Non abbiamo più forse il coraggio di opporci alle cose che non ci piacciono, siamo stanchi, siamo soli. E dunque ci adeguiamo. I fenomeni culturali sono lo specchio dei nostri disagi. Lo scrittore che abbiamo citato ha una grande lancia in mano. E' riuscito ad interpretare un disagio e a colmare con il suo punto di vista un vuoto generazionale, portando la bandiera dei tanti adolescenti disorientati per mancanza di una guida importante (vedi i modelli che hanno a disposizione: tv, politica, religione, educazione, status symbol ecc. ecc. ecc.) e dove anche le famiglie hanno alzato le braccia e non sanno più cosa dire. Noi diciamo che non ci piace, che avrebbe potuto utilizzare la sua arte di narrare storie in modo più intelligente, invece di proporre la sua versione dei fatti in modo banale. Ma sono pur sempre storie, per quanto farcite di ingredienti alquanto stucchevoli e che probabilmente non hanno il pregio di aggiungere granché nella vita di un adolescente. Eppure hanno fatto presa su una certa collettività, hanno creato dei modelli. Purtroppo! Io lessi il suo primo romanzo e rimasi colpita. Poi, se vuoi, tutto il clamore esagerato su di lui e le sue storie confezionate ad arte per vendere moltissime copie mi rese antipatico questo autore. Ma riconosco che se io o se te scrivessimo delle storie di pari impatto generazionale i nostri romanzi avrebbero un certo riscontro. Questo te lo dico perché sono onesta e, se da un lato detesto il fenomeno di massa che è scaturito dall'atteggiamento furbesco di Federico Moccia, dall'altro gli riconosco di aver sfiorato un momento e di esserci scivolato dentro. Sono convinta che al suo posto non sarebbe stato facile per nessuno non cavalcare quel tipo di bestia e non proseguire a dilettare i suoi lettori. La scrittura che riscuote successo è fatta di tanti elementi. Uno fra tutti è forse quello di interpretare su larga scala un vuoto e di colmarlo. E lui ci sta riuscendo. Certo è uno del mestiere, ha tante conoscenze adeguate che nel momento di esordio gli sono tornate utilissime. Però lui è arrivato. E' triste, d'accordo, come è triste osservare anche gli altri fenomeni che ci invadono di non senso, di scarso valore letterario e poetico. E ci si chiede: perché? L'unica azione opportuna è quella di dichiararsi in rivolta. Anche il maghetto più famoso del mondo incarna più o meno la stessa realtà. Cosa fare? Io non lo so. Aspettare probabilmente. Non disperare. E proporre la propria voce, alta, chiara e con convinzione. E dunque tu: non mollare!! Shocked
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